
Identity Hardening per migliorare la sicurezza e l’esperienza dell’utente
La sicurezza delle identità è l’anello più umano della cybersecurity.
Ogni miglioramento in questo ambito si traduce in meno stress, meno vulnerabilità e più fiducia.
Perché quando un utente può accedere in modo semplice, sicuro e trasparente, l’intera organizzazione diventa più forte.
Secondo Microsoft, più dell’80% delle violazioni nasce da password deboli o rubate.
Eppure, la gestione delle identità è uno degli ambiti in cui pochi interventi mirati possono produrre un ritorno sull’investimento sorprendentemente alto.
Non si tratta solo di proteggere gli accessi, ma di semplificare la vita alle persone, riducendo attriti e rischi allo stesso tempo.
Vediamo come.
Password Manager
Password scritte su un foglietto, riutilizzate, deboli o salvate nel browser.
Un password manager aziendale con policy centralizzate semplifica la gestione per gli utenti e garantisce coerenza nelle regole di sicurezza.
Un approccio maturo non si limita a “memorizzare le password”:
Impone regole dinamiche (lunghezza minima, complessità, scadenze, divieti di riutilizzo);
Permette di revocare o modificare rapidamente le credenziali in caso di incidente;
Offre audit trail sugli accessi, aiutando i team di sicurezza a individuare comportamenti anomali.
Il risultato è meno richieste di reset password al supporto IT e una user experience decisamente più fluida.
Threat Intelligence: monitorare ciò che non si vede
Anche la password più robusta può finire in un data breach. Per questo l’hardening delle identità deve includere un monitoraggio costante delle credenziali esposte nel dark web o su marketplace illegali.
I moderni strumenti di threat intelligence permettono di ricevere alert in tempo reale se un account aziendale appare in un leak.
Un investimento che paga subito infatti secondo IBM, il tempo medio per identificare una violazione è di 204 giorni; con un sistema di monitoraggio proattivo, questo tempo può ridursi fino al 60%.
Riduce la finestra di esposizione e aumenta la capacità di reazione del SOC.
Last but not the least, il Multi-Factor Authentication (MFA)
Tutti lo conoscono, tanti lo odiano, tuttavia è una delle difese più efficaci contro il furto d’identità, ma deve essere implementato con intelligenza.
Troppe richieste di verifica possono generare “fatigue”, portando gli utenti a cliccare “approva” in automatico, rendendo il processo vulnerabile nelle campagne di “MFA bombing”.
L’obiettivo è trovare un equilibrio tra sicurezza e usabilità:
applicare MFA adattivo;
integrare metodi passwordless;
unificare le policy attraverso una piattaforma di IAM centralizzata.
Il prodotto giusto e una configurazione intelligente fanno in modo che l’MFA faccia il suo dovere senza appesantire l’esperienza dell’utente.
L’Identity Hardening è una delle leve di efficienza più rilevanti.
Riduce i costi di supporto, migliora la produttività e aumenta la resilienza complessiva dell’organizzazione.
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